Benvenuti nel reality show più casareccio e popolare, il più famoso del mondo Facebook.
In palio non ci sono soldi, viaggi o televisori al plasma ma qualcosa di ben più prestigioso e perverso: la propria reputazione e il proprio status sociale.
Sulla home page più celebre del pianeta siamo tutti compiaciuti e compiacenti, sorridenti e disponibili.
Come in un reality l’obbiettivo è far uscire fuori il personaggio, la maschera pirandelliana che ci siamo costruiti per emergere, siamo noi ma tirati a lucido, Facebook è il nostro diario segreto, che lasciamo però incustodito sperando che qualcuno possa aprire e leggere.
Siamo tutti desiderosi di attenzioni, di contatti, siamo alla continua ricerca del nostro pubblico, il salotto di casa diventa il nostro palco, quando decidiamo di scrivere una nota o un pensiero accendiamo le telecamere del nostro reality e decidiamo cosa far vedere e cosa no.
Inutile dire che su Facebook non troveremo mai la rabbia, la protesta, quello che Montale chiamerebbe “il male di vivere”, perché ci allontanerebbe dal premio finale.
Il gioco però ha la sua trappola, rende chi partecipa terribilmente banale, stereotipo, il doppione di una stessa figurina inscambiabile. Cosi come in ogni reality show che si rispetti l’anonimo a metà percorso viene eliminato. Il suo profilo perde di interesse le sue foto al mare seppur digitalizzate cominciano ad ingiallire esposte a contatti sempre più rari.
• desideriamo auto di lusso nascondendo la nostra punto con i tappetini sporchi
• siamo sex and the city mentre sul nostro televisore domestico impazza il genio di Maria
• i test diranno sempre il meglio di noi
• Viaggiamo molto
Poi premiamo su disconnetti dal sistema, lo schermo si spegne, ci giriamo e passiamo dal reality al reale, guardiamo il telefonino e vediamo che l’sms che più desideriamo non è ancora arrivato o forse si, ed è realtà.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
S. Quasimodo
sabato 25 aprile 2009
venerdì 17 aprile 2009
I proverbi del nonno di Christian
C'era a Gaeta un signore molto saggio, un contadino che ha dispensato al nipote e a tutti noi dei proverbi favolosi
Wajo tu tieni i vizzi da generale e la paga da soldato tradotto
Ragazzo a te piace vivere al di sopra delle tue possibilità, cerca di risparmiare
A parlà quando viè no quando vai
E' inutile vantarsi di risultati che ancora devi raggiungere o che ti sei preposto, vantatene soltano quando hai raggiunto la meta.
I vizzi del'avaro se li magna gliu sciampagnone
Rivolto ai suoi coetanei che facevano di tutto per risparmiare il nonno di Christian diceva loro, state attenti perchè tutti i sacrifici che farete se li godranno i vostri parenti, soprattutto quelli che non hanno voglia di lavorare.
Adda veni Baffone....
Contro la società consumistica veniva ricordato ai ragazzi che anche in Italia poteva nacere uno Stalin chiamato appunto baffone
E poi un grande classico che serve da monito per tuti noi
Gira e riga alla fine il cetriolo lo prende in c...o sempre il contadino
Sono sempre i più deboli a pagarne le conseguenze
Wajo tu tieni i vizzi da generale e la paga da soldato tradotto
Ragazzo a te piace vivere al di sopra delle tue possibilità, cerca di risparmiare
A parlà quando viè no quando vai
E' inutile vantarsi di risultati che ancora devi raggiungere o che ti sei preposto, vantatene soltano quando hai raggiunto la meta.
I vizzi del'avaro se li magna gliu sciampagnone
Rivolto ai suoi coetanei che facevano di tutto per risparmiare il nonno di Christian diceva loro, state attenti perchè tutti i sacrifici che farete se li godranno i vostri parenti, soprattutto quelli che non hanno voglia di lavorare.
Adda veni Baffone....
Contro la società consumistica veniva ricordato ai ragazzi che anche in Italia poteva nacere uno Stalin chiamato appunto baffone
E poi un grande classico che serve da monito per tuti noi
Gira e riga alla fine il cetriolo lo prende in c...o sempre il contadino
Sono sempre i più deboli a pagarne le conseguenze
Iscriviti a:
Commenti (Atom)