lunedì 5 maggio 2008

LA SINISTRA KAMIKAZE APPROFITTA DEL PRIMO MAGGIO SU RAI3 PER CELEBRARE IL FUNERALE DEL SESSANTOTTISMO – LA SINISTRA “ANNOZERO” ABUSA DI BEPPE GRILLO P

Paolo martini per La Stampa


© Foto U.Pizzi">

Michelone Santoro
© Foto U.Pizzi

Che batosta! Non fosse bastato il nuovo ’48, bell’e che servito in due rate d’aprile, tra elezioni politiche e comunali a Roma, il primo maggio 2008 è andato in onda il funerale del ’68. Meno di un milione di persone hanno seguito in diretta su Raitre il concertone di piazza San Giovanni intitolato alle vittime sul lavoro, ma imbastito sulla rievocazione e celebrazione del ’68. Un evento televisivamente sgonfiato proprio dalla concorrenza del volto più celebre del “Servire il popolo” che fu, Michele Santoro.

Più “AnnoZero” di così, del resto, non si poteva vedere: la trasmissione portava la scritta evocativa “Bella Ciao” bene in vista, per ricordare i tempi dell’editto bulgaro contro Santoro, ma era imbastita tutta sui vaffanculo e le gag originali di Beppe Grillo in piazza San Carlo a Torino. Il risultato di audience non si è fatto attendere, e pure le reazioni dei tanti che sono sconcertati dinanzi alla deriva che una volta a sinistra avrebbero definito senza mezzi termini “qualunquista e populista”, per non parlare nemmeno della trafila di volgarità che uscivano pure negli alterchi di Vittorio Sgarbi con Marco Travaglio.

Il rapper Caparezza

Onestamente dall’altra parte, nella piazza di Raitre, senza questo Santoro “Grillante&Sgarbato” non sarebbe cambiato granchè, a parte l’indice d’ascolto. Il mesto concertone ha visto un funerale in piena regola del sessantottismo. Nel lungo pomeriggio, che ha avuto più fortuna anche con l’Auditel, il momento più significativo l’ha improvvisato il rapper Caparezza: “sono paranoico e ossessivo fino all’abiura di me!” ha cantato. C’è stato pure tutto un lungo omaggio ad Adriano Celentano, per i suoi 70 anni. E a chi non lo trovasse strano, conviene ricordare che si tratta pur sempre del Molleggiato che ebbe il coraggio di portare a Sanremo nel ’70 “Chi non lavora, non fa l’amore”, ovvero un pugno in faccia alla sindacalizzazione che impazzava.

A tirare le fila dell’evento di piazza per la tv c’era guardacaso il Rino Gaetano dello sceneggiato, l’attore bravo-bello-rockettaro Claudio Santamaria. E Rino Gaetano è stata una figura-mito del disimpegno, autore nel ’78 di quello strepitoso “Nun te reggae più” che riletto oggi pare l’inno dei Grillanti ante-litteram. Insomma, l’anti-cantautore per eccellenza. Ma forse non c’è più da stupirsi di niente, visto che le prime riflessioni critiche sul ’68, all’inizio dell’orgia mediatica sul quarantennale, le ha fatte il cantautore per eccellenza, Francesco Guccini, e addirittura in una lunga intervista con la rivista della nuova-nuova destra vincente, “Charta Minuta”, che fa capo alla Fondazione “Fare Futuro” di Fini e Alemanno.

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Beppe Grillo

Per i sessantottini neo-movimentisti non resta che Beppe Grillo, per gli altri che alla francese si chiamano “sessantottan”, e alla Venditti “compagni per niente”, restano le calde poltrone dei media dove rievocare con nostalgia il ‘68. Per quale generazione, poi, non si capisce bene. Tant’è che Caparezza prima de “L’Abiura di Me” ha voluto giocare con un cartello con la scritta 68 e girarlo per leggere altri significati. Ha fatto vedere subito che rovesciandolo diventava 89. L’anno del crollo del Muro e delle nuove speranze del mondo. Ma anche l’anno primo ufficiale della diffusione di Internet, che forse è stata un’altra rivoluzione del nostro mondo, forse la più profonda.

A tal punto che adesso, nelle mappature di sociologia dei consumi, è più facile sentir parlare di “ottantottini” che di “sessantottini”. Dove “ottantottini” sta per i nati dopo l’88, i cosiddetti “digital-nativi”che già dalla cultura hanno visto un mondo di computer, telefoni cellulari, Internet e Google-Wiki cultura. Un mondo dove c’è ancora spazio per Rino Gaetano o per la bandiera di Springsteen, dove magari il rapper Caparezza è l’unico che canta ancora l’operaio-eroe contemporaneo Luigi delle Bicocche. Mentre i sessantottini litigano su Grillo.

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