venerdì 16 maggio 2008

MARCO SANTORO’: DAGOSPIA E LA QUADRATURA DEL CERCHIO. LA BANDA DEI QUATTRO







1 - TRAVAGLIO, UNA VITA D’AVANZO
- La redazione di Repubblica è indifferente alla “ragion politica” e tifa Travaglio mentre critica D’Avanzo per aver abbattuto a colpi d’ascia un collaboratore del giornale.

Battibecco Castelli-Travaglio durante la trasmissione Annozero
- La prima versione del fatidico pezzo di D’Avanzo era un po’ duretta mentre quella poi pubblicata vede, per esempio, la storiaccia delle vacanze sicule alla fine dell’articolo anziché come primo capoverso.

- Mauro ha un travaglio di panza anche per il numero odierno del “Venerdì” che pubblica un attacco sulle amicizie in odor di mafia di Schifani scritto da Gianni Barbacetto. Purtroppo i tempi del settimanale sono lunghi e il pezzo è stato impaginato prima dell’exploit di Travaglio chez Fabio Fazio.

- La storia non inizia qui. D’Avanzo fece infuriare la redazione sorella dell’Espresso già una ventina di giorni fa quando criticò un articolo di Riccardo Bocca.

2 – SANTORO, SHOW PER TRAVAGLIO: AVANTI, LA GENTE TI AMA…
Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

«Stai tranquillo, Marco, sei nel cuore del pubblico e non hai niente da temere ». L'ha voluta aprire così Michele Santoro la puntata di ieri di Annozero. Con un affettuoso omaggio a Marco Travaglio sommerso dalle accuse dopo aver parlato sabato scorso a Che tempo che fa di Fabio Fazio delle presunte «passate amicizie con mafiosi» del presidente del Senato Renato Schifani.

Un riferimento alla quota che Schifani deteneva nella Sicula Brokers di cui faceva parte anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate. Dopo le scuse in diretta di Fazio, le critiche bipartisan, le ombre gettate su di lui da un articolo di Repubblica su vacanze siciliane insieme alla talpa di un mafioso, infine la doppia minaccia del cda Rai di girargli l'eventuale richiesta danni dell'Agcom e di licenziarlo in caso di violazione dei «codici etici», per Marco Travaglio è stato il giorno della solidarietà. E anche della possibilità di replica.

Battibecco Castelli-Travaglio durante la trasmissione Annozero
Una possibilità che gli ha offerto subito Michele Santoro, dopo aver criticato il Corriere della Sera e Repubblica, tacciati dal conduttore di aver aperto una campagna critica contro
Annozero e contro lo stesso Travaglio. Santoro ha anche citato sarcasticamente il sito Dagospia che «ha trovato la quadratura del cerchio. Esiste in Italia una banda dei quattro, cioè Di Pietro, Grillo, Travaglio e Santoro. Tolti di mezzo questi, il Paese si può avviare verso la modernizzazione».

E ha concluso, rivolgendosi sempre a Travaglio: «Ma io non ho la psicosi di essere dalla parte dei vincitori. Mi sento vivo anche perché sei tu qui e hai il tuo microfono». Travaglio il microfono lo ha usato per citare un lungo elenco di vicende con protagonisti uomini politici di tutto il mondo, dalla Svezia al Brasile passando per gli Stati Uniti, che hanno chiesto scusa pubblicamente o si sono dimessi per comportamenti illeciti o anche solo inopportuni.

Pippo Ciuro
«All'estero si usa così — ha detto Travaglio —, i giornalisti si scusano quando fanno errori, ma se dicono la verità a scusarsi sono i politici». Un monologo seguito con attenzione ai piani alti di viale Mazzini dove aleggiava la minaccia del dg Cappon: «Travaglio alla prossima è fuori ». Ma al momento, secondo i vertici Rai, non sembra che emergano nuove violazioni.

Prima di andare in trasmissione Travaglio aveva annunciato una querela al giornalista di Repubblica Giuseppe D'Avanzo per l'articolo nel quale si parlava dei rapporti dello stesso Travaglio con Pippo Ciuro, sottufficiale condannato poi per favoreggiamento e si adombrava l'ipotesi di una vacanza in Sicilia a spese di Michele Aiello, condannato per mafia. «Circostanza totalmente falsa» ha detto Travaglio.

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Ma ad Annozero la circostanza l'ha ritirata fuori, rinfacciandola al giornalista, l'ex ministro della Giustizia Castelli: «C'è uno che le ha pagato l'albergo ». «Non ho mai ricevuto né un soldo, né un uovo, né un cerino da Aiello. Non ho mai conosciuto persone mafiose né prima né dopo che venissero condannate. Mentre con quelli che frequenta lei in Parlamento hai voglia...».

BETTIBECCO CASTELLI TRAVAGLIO SU YOUTUBE

Uno scambio di battute ad alta tensione iniziato con l'accusa di Castelli: «C'è una banda di giornalisti che ha scoperto una cosa interessante, e cioè a parlar male dei politici si diventa ricchi». Battibecco proseguito con Castelli che chiamava Travaglio «condannato» e lui lì a spiegargli di essere stato solo condannato civilmente («Si dice soccombente, non condannato, lei ha fatto 5 anni il ministro e non sa quello che dice»). E finito con il preannuncio di querela da parte di Castelli.

3 – LA LETTERA DI TRAVAGLIO: MAI CONOSCIUTO MAFIOSI…
Marco Travaglio scrive al “Corriere della Sera”

Caro Direttore, ringrazio il Corriere per l'attenzione (due pagine!) dedicata alle mie vacanze di sei anni fa, con corredo di foto degli alberghi e dei villaggi da me frequentati. Non male, visto che molti hanno trovato eccessive due mie frasi spese in tv sulle relazioni pericolose del presidente del Senato con personaggi mafiosi.

Il presidente del Senato, Renato Schifani
© Foto U.Pizzi
Capisco anche l'irresistibile tentazione di concludere l'articolo con un paterno fervorino, «sono episodi che possono capitare... a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura...». Parole che si attaglierebbero alla perfezione a un giornalista che fa il moralista in casa d'altri e poi viene beccato col sorcio in bocca. Purtroppo, o per fortuna, non è questo il mio caso. Le vacanze che tanto vi appassionano, come tutta la mia vita, sono un libro aperto.

Le ho fatte con la mia famiglia e non con «talpe di boss», come dice il vostro bel titolo. E non c'è nessun «giallo»: ho sempre pagato il conto di tasca mia e non ho mai visto, né incontrato, né sentito nominare questo signor Aiello finché non è stato arrestato. Il signor Aiello e il suo avvocato possono dire ciò che vogliono, ma non di avermi dato una lira o un euro. Perché è falso e ne risponderanno in tribunale.

MAI CONOSCIUTI MAFIOSI... SU YOUTUBE

Dicano su quale conto mi avrebbero versato dei soldi, o in quale luogo me li avrebbero consegnati, se ne hanno il coraggio. Ma non lo possono fare perché nessuno mi ha mai dato una lira. Per essere chiari una volta per tutte: io, diversamente dal presidente del Senato, non ho mai conosciuto mafiosi, né prima né dopo che venissero condannati. Altrimenti forse sarei già almeno ministro e nessun giornalista si occuperebbe di me.

4 - LA PRECISAZIONE…
Dal “Corriere della Sera” - Ieri per errore sul Corriere della Sera è stato scritto che l'intervista a Marco Travaglio in cui si parlava di Renato Schifani era stata rilasciata alla trasmissione «Annozero», invece che a «Che tempo che fa». Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.

sabato 10 maggio 2008

Questa è l'Italia



"Scusate ma non ce la faccio devo sfogarmi.
Faccio l'agente di Polizia Locale (Vigile Urbano) a Milano e lavoro 365 giorni l'anno, con turni su tutto l'arco delle 24 ore. Sono uno che si accontenta, non vivo nel lusso sfrenato, anzi..., e pensavo di stare abbastanza bene fino a quando non ho sbirciato i redditi 2005 online prima dell'oscuramento.
I pubblici dipendenti hanno la nomea di non fare niente, ma non prendono come stipendio neanche niente, ma nessuno lo dice. Infatti con tutte le qualifiche che ho, tipo agente di pubblica sicurezza, pubblico ufficiale, agente di polizia giudiziaria ecc., mi sono accorto che a zero ore straordinarie sono l'ultimo in classifica, come reddito imponibile in confronto a tutte le persone attorno a me. Se lo Stato continua ad affamare i suoi collaboratori, servitori, chiamateli come volete, finanzieri,carabinieri...come può pensare che ci sia un buon andamento delle attività da svolgere?
E' vergognoso che gli accertamenti che la GdF svolge, una percentuale dei proventi della lotta alla evasione venga data al personale amministrativo dei vari ministeri e alla Guardia di Finanza niente, vero braccio esecutivo. Fare il lavoro di accertatore, faccia a faccia, sul campo è faticoso, le persone visto l'andazzo che c'è, si sentono sempre più in diritto di aggredire la divisa e le istituzioni. Come si può pensare che che un finanziere che accerta milioni di euro, viva con stipendi da fame e possa continuare a svolgere il proprio lavoro? E' molto più semplice licenziarsi e lavorare per il privato al quale si stava facendo l'accertamento.
Con il "prestigio sociale" non si paga al supermercato. Meglio non avere titoli e qualifiche ma avere uno stipendio adeguato al costo della vita. Ho visti gioiellieri dichiarare meno di me, gente anonima, semplici impiegati senza alcuna qualifica, dichiarare molto più di me.
I politici lamentano che il costo della Pubblica Amministrazione è elevato, ma evidentemente foraggiano i vertici della P.A., chi non è in prima linea, non lo è stato e mai lo sarà, chi non conosce la gavetta, la filiera di certi meccanismi. Si buttano via i soldi in manager e consulenti esterni, amici di amici, avulsi dai problemi reali delle istituzioni. La mia opinione è che il tutto viene fatto scientificamente per far si che non ci siano strumenti operativi e legislativi e risorse (soldi) per la truppa. In tal modo gli ultimi, i "soldati" saranno delegittimati e demotivati, distratti dai loro problemi economici,bollette, mutui...ecc. Altro che Rialzati Italia!!!
Io sarei ben contento di pagare il 70% di Iperf e dichiarare il reddito di Berlusconi, Montezemolo & C.
Saluti." Carmine

lunedì 5 maggio 2008

La Martonata del giorno

La Storia Infinita

Ecco uno dei film che ho visto e rivisto centinaia di volte. Vi dico la verità forse è proprio grazie a film come questi che ho cominciato a sognare e sognando sognando ho deciso di fare l'autore televisivo. Sono convinto che esista un bambino in ognuno di noi ed è lui a darci la genialità, la creatività, l'estro. Diamo vita alla nostra "Fantasia" non lasciamo morire. E adesso godetevi questo video.

Ciclone in Birmania, 4 mila morti

Un vero disastro, che ha colpito un paese già poverissimo. Secondo la televisione di stato, il passaggio del ciclone Nargis sulla Birmania meridionale ha causato almeno 3.969 morti. Altre 2.879 persone risultano invece disperse. Inoltre, secondo fonti delle Nazioni Unite, centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza tetto ed acqua potabile. Enormi anche i danni agli edifici e alle infrastrutture, con centri abitati distrutti e strade interrotte. Il bilancio, però, è ancora provvisorio: alcune aree sono quasi irraggiungibili ed il numero delle vittime potrebbe crescere considerevolmente.

La verità dei fatti è che della Birmania non importa niente a nessuno, la Birmania è povera, senza petrolio e finiti i soliti 3 giorni di diritto di cronaca torneremo tutti a pensare e preoccuparci delle stronzate della politica italiana.

Redditi 2005

Nei prossimi giorni troverete sul Blog i redditi dei vostri vicini ed anche il vostro!!!

LA SINISTRA KAMIKAZE APPROFITTA DEL PRIMO MAGGIO SU RAI3 PER CELEBRARE IL FUNERALE DEL SESSANTOTTISMO – LA SINISTRA “ANNOZERO” ABUSA DI BEPPE GRILLO P

Paolo martini per La Stampa


© Foto U.Pizzi">

Michelone Santoro
© Foto U.Pizzi

Che batosta! Non fosse bastato il nuovo ’48, bell’e che servito in due rate d’aprile, tra elezioni politiche e comunali a Roma, il primo maggio 2008 è andato in onda il funerale del ’68. Meno di un milione di persone hanno seguito in diretta su Raitre il concertone di piazza San Giovanni intitolato alle vittime sul lavoro, ma imbastito sulla rievocazione e celebrazione del ’68. Un evento televisivamente sgonfiato proprio dalla concorrenza del volto più celebre del “Servire il popolo” che fu, Michele Santoro.

Più “AnnoZero” di così, del resto, non si poteva vedere: la trasmissione portava la scritta evocativa “Bella Ciao” bene in vista, per ricordare i tempi dell’editto bulgaro contro Santoro, ma era imbastita tutta sui vaffanculo e le gag originali di Beppe Grillo in piazza San Carlo a Torino. Il risultato di audience non si è fatto attendere, e pure le reazioni dei tanti che sono sconcertati dinanzi alla deriva che una volta a sinistra avrebbero definito senza mezzi termini “qualunquista e populista”, per non parlare nemmeno della trafila di volgarità che uscivano pure negli alterchi di Vittorio Sgarbi con Marco Travaglio.

Il rapper Caparezza

Onestamente dall’altra parte, nella piazza di Raitre, senza questo Santoro “Grillante&Sgarbato” non sarebbe cambiato granchè, a parte l’indice d’ascolto. Il mesto concertone ha visto un funerale in piena regola del sessantottismo. Nel lungo pomeriggio, che ha avuto più fortuna anche con l’Auditel, il momento più significativo l’ha improvvisato il rapper Caparezza: “sono paranoico e ossessivo fino all’abiura di me!” ha cantato. C’è stato pure tutto un lungo omaggio ad Adriano Celentano, per i suoi 70 anni. E a chi non lo trovasse strano, conviene ricordare che si tratta pur sempre del Molleggiato che ebbe il coraggio di portare a Sanremo nel ’70 “Chi non lavora, non fa l’amore”, ovvero un pugno in faccia alla sindacalizzazione che impazzava.

A tirare le fila dell’evento di piazza per la tv c’era guardacaso il Rino Gaetano dello sceneggiato, l’attore bravo-bello-rockettaro Claudio Santamaria. E Rino Gaetano è stata una figura-mito del disimpegno, autore nel ’78 di quello strepitoso “Nun te reggae più” che riletto oggi pare l’inno dei Grillanti ante-litteram. Insomma, l’anti-cantautore per eccellenza. Ma forse non c’è più da stupirsi di niente, visto che le prime riflessioni critiche sul ’68, all’inizio dell’orgia mediatica sul quarantennale, le ha fatte il cantautore per eccellenza, Francesco Guccini, e addirittura in una lunga intervista con la rivista della nuova-nuova destra vincente, “Charta Minuta”, che fa capo alla Fondazione “Fare Futuro” di Fini e Alemanno.

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Beppe Grillo

Per i sessantottini neo-movimentisti non resta che Beppe Grillo, per gli altri che alla francese si chiamano “sessantottan”, e alla Venditti “compagni per niente”, restano le calde poltrone dei media dove rievocare con nostalgia il ‘68. Per quale generazione, poi, non si capisce bene. Tant’è che Caparezza prima de “L’Abiura di Me” ha voluto giocare con un cartello con la scritta 68 e girarlo per leggere altri significati. Ha fatto vedere subito che rovesciandolo diventava 89. L’anno del crollo del Muro e delle nuove speranze del mondo. Ma anche l’anno primo ufficiale della diffusione di Internet, che forse è stata un’altra rivoluzione del nostro mondo, forse la più profonda.

A tal punto che adesso, nelle mappature di sociologia dei consumi, è più facile sentir parlare di “ottantottini” che di “sessantottini”. Dove “ottantottini” sta per i nati dopo l’88, i cosiddetti “digital-nativi”che già dalla cultura hanno visto un mondo di computer, telefoni cellulari, Internet e Google-Wiki cultura. Un mondo dove c’è ancora spazio per Rino Gaetano o per la bandiera di Springsteen, dove magari il rapper Caparezza è l’unico che canta ancora l’operaio-eroe contemporaneo Luigi delle Bicocche. Mentre i sessantottini litigano su Grillo.